Quando acquistiamo un giocattolo per i nostri figli tutto ci aspetteremmo tranne che di esporli a dei rischi, eppure è successo con questo prodotto.
I giocattoli e i prodotti per bambini in generale vengono prodotti nel rispetto di linee guida molto severe per assicurarne l’incolumità. A volte, però, possono capitare problemi, proprio come è accaduto con un giocattolo che ha messo a rischio dei bambini.
In particolare una nota azienda produttrice di giocattoli ha da poco fatto notizia a causa di un problema con uno dei suoi più recenti giocattoli. Questo evento ha fatto presto il giro del mondo, soprattutto perché si tratta di un prodotto connesso a uno dei film più visti del momento.
Mattel citata in giudizio per le bambole: sul packaging era stampato un collegamento sbagliato
Negli ultimi tempi, infatti, si è fatto un gran parlare di Wicked, il film con protagonista Ariana Grande ispirato al mondo del Mago di Oz. Famoso principalmente come musical di Broadway, Wicked ha trovato spazio sul grande schermo guadagnandosi il favore di milioni di fan, soprattutto tra i più piccoli.
Eppure non sta andando tutto bene, perché alcuni giocattoli e gadget ispirati al film sono finiti in tribunale. O meglio, è Mattel ad essere finita in tribunale. Ma cosa è successo? Dopo aver lanciato sul mercato delle bambole ispirate al mondo di Wicked, Mattel è stata denunciata per un problema piuttosto grave.
Sulle scatole dei giocattoli, infatti, sono stati stampati erroneamente dei collegamenti a un sito web che si è rivelato del tutto inadatto a un pubblico di minori. In particolare il collegamento a Wicked.com proponeva contenuti per adulti a utenti del tutto inconsapevoli e, spesso, minorenni.
Per questo la signora Holly Ricketson del Sud Carolina (Stati Uniti) ha deciso di intraprendere un’azione legale nei confronti della Mattel. Ha inoltre dichiarato che lei e sua figlia sono state profondamente sconvolte dall’accaduto.
Lo scorso martedì, dunque, alla Corte Federale di Los Angeles è stata presentata un’azione nei confronti della nota azienda di giocattoli. La signora ha infatti citato Mattel per una serie di capi d’accusa. Tra questi: arricchimento ingiustificato, negligenza, violazione della garanzia esplicita, violazione della garanzia implicita di commerciabilità e violazione della legge californiana sulla pubblicità ingannevole.
L’avvocato della donna ha infatti dichiarato, come riporta ew.com: “I genitori confidano che i prodotti commercializzati per i bambini siano sicuri e privi di rischi di esposizione a contenuti dannosi“. Mettendo in risalto come quanto accaduto con le bambole Mattel abbia ottenuto l’effetto esattamente opposto.
Dal canto suo Mattel ha fatto sapere che le bambole sono state ritirate dal mercato e poi riproposte in vendita con packaging privi del collegamento al sito porno. Un portavoce dell’azienda ha infatti dichiarato: “Le bambole Wicked Dolls sono tornate in vendita la confezione corretta sia online che nei negozi per soddisfare la forte domanda da parte dei consumatori“.
E ancora: “Il precedente errore di stampa sulla confezione non influisce in alcun modo sul valore o sull’esperienza di gioco offerti dal prodotto nelle poche unità vendute prima della correzione. Esprimiamo la nostra gratitudine ai consumatori e ai rivenditori per la loro comprensione e pazienza mentre lavoravamo per risolvere il problema“.